PICCOLI SEGRETI PER AFFRONTARE UN CASTING AL MEGLIO

Tutti hanno paura – Buttati! Provarci e non farcela sarà comunque meglio che avere dei rimpianti.

 

 

Il provino è uno dei momenti più delicati per un attore. Molte volte ci si chiede come allenarsi per affrontarli al meglio. Il giorno del provino è un po’ come il giorno di un esame, non ti senti mai perfettamente preparato. del provino – guardacaso – non ti si chiude la cerniera dei pantaloni e se sei una ragazza con scarso talento artistico che punta tutto sul fattore estetico, ti spunta un fastidiosissimo e innascondibile brufolo sul collo. Primo grande “segreto”: è così per tutti, dagli attori più affermati ai neofiti. Distinguiamo i provini per accedere alle Accademie dai casting per partecipare a spot, film, spettacoli (provino su parte).La prima cosa da fare in entrambe i casi (lo so, sembra l’uovo di Colombo) è prepararsi. Per prepararsi non intendo imparare a memoria il copione (eh, beh… ci mancherebbe!!), rispettare il fraseggio, la dizione, ecc. ma sapere di cosa si sta parlando. Se si tratta di un provino per entrare in un’accademia, posso aver trovato il monologo della Locandiera su un libro di monologhi per personaggi femminili, e questo va benissimo. Ma poi devo leggere tutto il testo di Goldoni. Possibilmente studiarlo. Capire perché l’autore ha scritto quel testo, cosa racconta al di là della mera trama (che posso trovare sintetizzata su wikipedia). E, soprattutto, perché quel testo è così importante per me. In che modo mi riconosco nel personaggio che sto incarnando, cosa mi suggestiona, mi affascina di questo personaggio? Insomma, mille persone potranno proporre lo stesso monologo, forse anche attori più bravi e preparati di me. Non importa. Io ho scelto quel monologo perché significa qualcosa per me. Per davvero. Lo stesso vale nel caso di un dialogo (ricordatevi di trovarvi un partner che abbia un minimo di esperienza teatrale) e di una poesia. Per la poesia c’è da fare un discorso a parte. Occorre conoscere le regole base del verso: rispettare la metrica, gli enjambement, gli accenti, e così via. Non ci si può approcciare al verso come fosse prosa. Comunque, per tutte e tre le performances, dovete sapere che cosa vi ha spinto a scegliere proprio quello. Deve essere speciale, unico. Non una scelta dettata dalla fretta o peggio pensata perché avete sentito che in quella particolare Accademia amano quel testo teatrale. Deve essere qualcosa che piace a te. Altro consiglio: scegli un personaggio non troppo distante da te. Essere attori significa immedesimarsi nel personaggio che andiamo a recitare e in qualche modo dare vita ad un corpo, ad emozioni e a pensieri differenti dai miei (è ovviamente un po’ più complesso di così: corpo, emozioni e pensieri sono i miei, ma lavorando molto su se stesso l’attore impara a dare forma ad altre gabbie caratteriali, modificando la sua postura, il modo di muoversi, di parlare, attraverso il respiro prova ad intercettare altri stati emotivi, attraverso le parole del testo indaga il sottotetto cercando di avvicinarsi ai pensieri che lui immagina essere del personaggio. Si allontana dunque dalla sua “zona di confort” per avvicinarsi sempre di più al personaggio che intende interpretare, alla sua personalità, ai suoi obiettivi, forse anche alle sue paure più profonde). Sì, è qualcuno di diverso da me. Ma io parto pur sempre dal mio corpo (che posso camuffare ma non sostituire) dalla mia voce (sulla quale posso lavorare, ma che mi caratterizza comunque), dal mio genere, dalla mia età, dal mio aspetto estetico, ecc. Consiglio dunque se sono una ragazza di ventun anni di non scegliere il personaggio di Riccardo terzo. Almeno non per un primo approccio con la commissione. Poco cambia dicevamo se il provino in questione è su parte. Liquidiamo subito i casting per gli spot dove l’attore viene scelto soprattutto per il suo aspetto estetico (ti capiterà di presentarti con un self tape e probabilmente di fare una micro azione come mangiare un biscotto, bere una birra oppure depilarti le gambe con un rasoio). Nei casting per un ruolo in un film o in uno spettacolo teatrale valgono le stesse domande che ci siamo fatti prima.Questa volta però il copione è dato, non lo scegliamo noi. Allora dobbiamo capire che cosa ci interessa davvero di quella storia e/o di quel personaggio. Perché dare vita, forma, energia, dedicare tempo a quell’immagine? Perché regalarle un corpo? Credimi, non sono domande oziose. Hai una barca, il tuo corpo. La rotta è scritta sul copione. Sta a te scegliere se usare la tua barca (o la tua piccola canoa di carta, per tenere la preziosissima  immagine individuata da Eugenio Barba) per fare un giretto al largo e fermarti a prendere il sole o per conquistare le Americhe. Entrambe le situazioni sono lecite ed entusiasmanti. L’importante è avere il coraggio di salpare e sapere dove vuoi andare. Oscar Wilde diceva: “punta alla luna, finirai tra le stelle”


Passi di

1 – Come fare un provino

Christian Zecca

Il materiale potrebbe essere protetto da copyright.